mercoledì 31 marzo 2010

Giardino di Palazzo Zenobio


Il giardino di Palazzo Zenobio si trova sul retro dell'omonimo edificio ed è tra i più grandi di Venezia. Il giardino venne creato nello stesso periodo in cui fu costruito Palazzo Zenobio (fine '600) ed è ancora un notevole esempio di giardino all'italiana. Per accedere al giardino lasciamo alle spalle la facciata interna di Palazzo Zenobio, opera di Antonio Gaspari, ma prima bisogna attraversare un grande cancello nero che passa proprio al di sopra di dove erano localizzate due grandi vere da pozzo in marmo rosso di Verona. Tali vere erano già scomparse nell'ottocento, purtroppo. Oltre il cancello, sulla sinistra, è posto lo stemma in marmo della famiglia Zenobio che giaceva un tempo sulla facciata del palazzo, lungo la Fondamenta del Socorso. Lo stemma è sempre esposto alle intemperie e non è quindi ben conservato. Si entra quindi nel giardino vero e proprio, esso ha un aspetto un po' triste durante la stagione fredda, ma quando lo si visita in piena primavera vi si possono vedere dei bellissimi fiori. Ritengo comunque che ai tempi della famiglia Zenobio fosse molto più curato di adesso, con del personale specializzato solo alla cura e al suo mantenimento. Al termine di un vialetto si giunge di fronte alla Loggia detta anche Casin, costruita nel 1777 su progetto di Tommaso Temanza in stile neoclassico. Essa fu adibita a biblioteca dagli Zenobio, ed ha svolto questa funzione anche durante l'insediamento del collegio armeno. Ritornando verso l'uscita, sulla destra, si nota un insolito (per Venezia) ponte sospeso tra due collinette artificiali, costruito secondo il gusto romantico tipico dell'ottocento, dal quale si gode un'ottima vista del Campanile della Chiesa di Santa Maria del Carmelo (detta dei Carmini). Il giardino di Palazzo Zenobio ha spesso ospitato delle esibizioni della mostra internazionale della Biennale di Venezia ma anche delle rappresentazioni teatrali, quali alcune commedie messe in scena dalla compagnia teatrale dell'Avogaria, il cui teatro dista solo poche decine di metri da lì. Il giardino di Palazzo Zenobio non è normalmente visibile al pubblico, tuttavia la Direzione durante la Biennale ne consente la visita. Negli altri periodi dell'anno per vederlo si può provare a suonare il campanello della portineria in Fondamenta del Socorso e chiedere gentilmente al custode se ci lascia effettuare una breve visita del giardino.








martedì 30 marzo 2010

Camminare a Venezia


Camminare a Venezia non è sempre facile, purtroppo. Ci sono già molti ponti in città che rendono problematico camminare a Venezia, ma se ci si mettono anche le persone, allora tutto diventa più arduo. L'alta stagione a Venezia porta numerosi visitatori e con essi il problema della circolazione per le strade. Le calli a Venezia sono oltre 3000 e la maggior parte di queste strade è lunga e stretta. Non c'è niente di più facile che finire "imbottigliati" in una calletta superaffollata durante la stagione turistica o nei fine settimana del Carnevale di Venezia. I ponti non si sottraggono a questa regola, può capitare che essi vengano completamente occupati da ragazzi che si siedono sui gradini, stanchi dalla visita in città (vedi foto in alto del Ponte del Remedio). Neanche la Calle Larga Foscari, che come dice il nome è piuttosto ampia, si può dire esente dalla presenza soffocante di numerose persone. Quando ci sono le feste ai neolaureati non si passa. Solo chiedendo permesso forse qualche persona si scosterà per farvi passare, guardandovi seccata.


La Calle del Paradiso è spesso completamente bloccata da comitive che escono da un ristorante, non c'è verso di farli stare ai lati della strada, essi sentono il bisogno (o il diritto) di occupare la calle in tutta la sua larghezza, ed allora è meglio proseguire lungo la Salizzada S. Lio per evitare di avere qualche spiacevole discussione. Camminare a Venezia diventa il più delle volte stressante, per i turisti durante il loro soggiorno, ma soprattutto per i veneziani che devono sopportare questa situazione per un lungo periodo dell'anno. Gli accorgimenti per avere una migliore circolazione pedonale ci sarebbero, basterebbe che le persone camminassero a destra, vicino al muro, lasciando le altre persone libere di superarle se vanno più veloci. Un'altra cosa che i turisti non percepiscono è l'andatura, essi vanno piano perchè sono in vacanza, mentre i veneziani hanno fretta perchè in città ci vivono e qui vanno a lavorare, si recano a scuola o forse hanno bisogno di correre perchè sono in ritardo e stanno per perdere il vaporetto. Tutto inutile, neanche chiedendo permesso si può passare liberamente per una calle se vi sta transitando una comitiva.


Purtroppo l'educazione civica ormai latita e i capigruppo o le guide non insegnano (e perchè mai dovrebbero?) a tenere la destra quando si cammina a Venezia. Quando sono di fretta trovarmi in simili situazioni mi rende molto nervoso e mi domando sempre perchè alcune persone debbano essere tanto maleducate ed irrispettose non solo nei riguardi dei veneziani, ma anche con gli altri turisti, che magari hanno imparato a camminare a destra. Il problema del transito pedonale a Venezia offre anche un lato positivo, si imparano dei percorsi meno battuti dai turisti e quindi spesso si scopre qualcosa di nuovo. Molte persone ne farebbero a meno, specialmente quelle anziane che soffrono di più in situazioni di ingorgo. Ma è poi così difficile camminare a Venezia tenendo la destra? Non vedo purtroppo grandi soluzioni, se non quella (chiaramente scherzosa), dell'obbligo della patente pedonale per circolare in città.




lunedì 29 marzo 2010

Sottotetto della Chiesa dei Frari


Il Sottotetto della Chiesa dei Frari ho avuto l'occasione di vederlo durante la mia visita al Campanile dei Frari. Il sottotetto di questa chiesa è davvero antico a ha mantenuto pressochè intatte le caratteristiche originali che aveva nel '300. Il sottotetto è percorribile in tutta l'area sovrastante la Chiesa dei Frari grazie a delle passerelle in legno protette da parapetti. Bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi perchè l'illuminazione è scarsa. Chi ha percorso gli Itinerari Segreti del Palazzo Ducale, nel momento in cui si passa al di sopra della Sala del Maggior Consiglio, ha già una idea di cosa si può vedere. Ci sono dei camminatoi e della capriate che sostengono il tetto e il tutto ci lascia solo immaginare di come possa essere l'ambiente sottostante. Il custode deve venire ogni tanto fin quassù per aprire dei fori di aerazione poichè essi di solito sono sigillati da degli enormi tappi. Questi grossi buchi consentono di sfiatare l'aria dalla Chiesa dei Frari verso l'esterno. Per questa ragione il sottotetto risulta decisamente umido (in alcune immagini si notano infatti delle goccioline d'acqua presenti in sospensione). Guardando attraverso questi fori si può vedere il pavimento della basilica, che si trova qualche decina di metri più sotto, e con esso anche degli ignari visitatori (vedi foto sotto). Nella zona del sottotetto rivolta verso le absidi, si intrevede all'esterno il campanile di San Pantalon, ma non solo. Si notano delle finestre gotiche murate completamente sulle pareti. Anche delle scritte incise su alcune travi di legno testimoniano il passaggio di qualche visitatore poco rispettoso. Sul soffitto, oltre i "morali" (così vengono chiamati in veneziano le travi più piccole), sono poste a copertura delle tavelle. Tutta la zona del sottotetto della Chiesa dei Frari è stata oggetto negli ultimi anni di un lungo intervento di restauro. Tra le operazioni necessarie a garantire la stabilità dell'edificio, è stato fatto un lungo "taglio" per separare i mattoni del campanile da quelli della chiesa che in precedenza costituivano un corpo unico. Adesso questo taglio viene monitorato tramite degli appositi strumenti, allo scopo di capire se ci siano dei movimenti all'interno dell'edificio.
Diciamo che dopo aver visto Venezia dall'alto del Campanile dei Frari, percorrere un itinerario nel sottotetto della chiesa ha rappresentato un'esperienza forse claustrofobica, ma altrettanto interessante.











domenica 28 marzo 2010

Benvenuto Gianmaria!


Benvenuto Gianmaria! Oggi domenica 28 marzo 2010 è nato Gianmaria che è il primogenito del mio grande amico Matteo. A lui e alla mamma vanno i miei più sinceri auguri e complimenti per aver messo al mondo un bellissimo maschietto: Gianmaria.

Heineken Jammin Festival 2010


L'Heineken Jammin Festival 2010 si terrà nel Parco di San Giuliano di Venezia-Mestre. L'Heineken Jammin Festival 2010 avrà luogo nei giorni 3, 4, 5 e 6 luglio, e si aspettano per questo eccezionale evento musicale non meno di 150.000 persone. L'Heineken Jammin Festival è arrivato nel 2010 alla 12. edizione dopo che lo scorso anno la manifestazione era stata cancellata a causa della crisi economica e perchè gli organizzatori non avevano potuto ingaggiare delle band di fama internazionale. L'Heineken Jammin Festival è nato a Imola nel 1998 ed ha poi legato il suo nome a Venezia a partire dal 2007, ma quella edizione verrà interrotta a causa del maltempo dopo un solo giorno di concerti. L'Heineken Jammin Festival 2010 quindi arriva pieno di aspettative per dei grandi gruppi che promettono delle esibizioni live all'altezza della loro fama. Proponiamo di seguito le date dei concerti con le relative band. Il 3 luglio inaugurano l'Heineken Jammin Festival 2010 gli Aerosmith e The Cranberries. Il 4 luglio sarà la volta dei Green Day, Rise Against e 30 Seconds to Mars. Il 5 luglio avverrà l'esibizione del gruppo pop del momento, The Black Eyed Peas, e dei Massive Attack. Concluderanno il 6 luglio l'edizione 2010 dell'Heineken Jammin Festival di Venezia i seguenti gruppi: Pearl Jam, Ben Harper, Wolfmother, Gossip e Skunk Anansie. I biglietti per questo evento costano 50 euro per un solo giorno, 130 euro per tre giorni e 160 euro per tutta la manifestazione. I biglietti si possono acquistare on-line fino all'esaurimento su TicketOne. Il biglietto valido per tutta la durata della manifestazione dà diritto di libero accesso al camping. L'ampio parcheggio di San Giuliano dovrebbe garantire un posto macchina per tutti gli spettatori, a prezzi decisamente contenuti. Comunque al seguente link, trovate le informazioni su come arrivare a Venezia in auto e dove trovare parcheggi convenienti. L'appuntamento da non perdere per gli appassionati dei generi musicali più ascoltati negli ultimi anni, (tra i quali l'hard e heavy rock, il rap e l'hip hop), è quindi con l'Heineken Jammin Festival 2010 presso il Parco di San Giuliano di Venezia-Mestre. I primi giorni di luglio in città saranno di sicuro caratterizzati da questo grande evento musicale dedicato in gran parte al pubblico più giovane.


sabato 27 marzo 2010

Osteria alla Bifora


L'Osteria alla Bifora si trova a Venezia in Campo Santa Margherita nel cuore del sestiere di Dorso Duro, al numero civico 2930. L'Osteria alla Bifora è un locale caratteristico della città, e ne mantiene ancora intatto il suo fascino. La ristrutturazione di questa osteria ha portato alla luce una notevole bifora in stile gotico, perfettamente conservata ma piuttosto rara da trovare in un piano terreno, essendo la bifora un elemento tipico dei piani nobili dei palazzi di Venezia. Essa ha dato poi naturalmente il nome stesso a questa osteria, che fa del suo ambiente un tratto distintivo rispetto ad altri locali della città. Oltre alla bifora in questa osteria si vedono delle patere, delle colonne con capitello (integrate nella parete) e delle interessanti parti lignee che risalgono alla costruzione originale del '400. Chi si accontenta di consumare qualcosa al banco dell'Osteria alla Bifora, troverà degli ottimi cicchetti ed eccellenti vini veneti, ma il meglio questo locale lo offre a chi ci viene a pranzo e soprattutto a cena. Infatti di sera l'ambiente viene ravvivato dalla presenza di veneziani e di studenti, ma anche di turisti che ormai conoscono la fama di questa osteria. La luce è soffusa e spesso si rinuncia alla luce artificiale a favore di quella delle candele. Non essendoci una vera e propria cucina, i piatti forti dell'Osteria alla Bifora sono freddi, ma che piatti! E allora si possono assaporare tra le loro proposte le seppie con la polenta o le sarde in saor, ma anche generosi taglieri di affettati misti con formaggi vari. Comunque il piatto più celebre all'Osteria alla Bifora è il "Tris di Baccalà", decisamente da gustare. Il proprietario dell'Osteria alla Bifora è Franco Bernardi, lo potete trovare solo di sera e di notte, ma vale proprio la pena di scambiare qualche chiacchiera con lui, è davvero una simpatica persona. Le fermate del vaporetto più vicine per arrivare in Campo Santa Margherita e quindi all'Osteria alla Bifora sono "Ca' Rezzonico" (linea 1), "S. Basilio" (linea 2) e "Piazzale Roma". L'Osteria alla Bifora è aperta tutti i giorni dalle 12,00 alle 15,00 e poi dalle 17,00 alle 2,00. Per prenotazioni (raccomandate specialmente durante le sere dei fine settimana) ed ulteriori informazioni potete contattare l'Osteria alla Bifora al numero di telefono +39 041 5236119. In sostanza questo è un locale dal tipico ambiente antico veneziano con un buon rapporto qualità/prezzo. Da provare.






venerdì 26 marzo 2010

Il Signore dei Pozzi


Il Signore dei Pozzi è il soprannome che si è meritato sul campo un grande ricercatore di vere da pozzo di Venezia. Il Signore dei Pozzi si chiama in realtà Giuseppe Fossali, da tre anni tra i migliori esperti della città per quanto riguarda la conoscenza delle vere da pozzo. Quasi ogni giorno egli infatti, tempo permettendo, si avventura per le calli di Venezia cercando di scoprire dentro alle case, ai palazzi e alle corti interne altre vere da pozzo. Da quando ha iniziato la sue ricerche Giuseppe Fossali è stato in grado di fotografare oltre 800 vere da pozzo localizzate in luoghi pubblici o privati. Egli stima che a Venezia ci possano essere ancora circa 2500 vere da pozzo, mentre ai tempi della Serenissima esse potrebbero essere state dalle 7000 alle 8500. Molte vere da pozzo sono state rubate già nell'ottocento, ma lo scempio continua anche ai giorni nostri. Alcune vere da pozzo a Venezia sono state sottratte non solo da corti private, ma anche da quelle pubbliche. Giuseppe Fossali si adopera quindi nel segnalare alle autorità competenti questi casi di furto, che spesso vengono commissionati, e che portano via per sempre da Venezia questi pezzi di storia fatti di marmo. Essi vanno ad ornare i giardini di qualche villa in Veneto o in altre regioni italiane, a volte le vere da pozzo finiscono oltre oceano. Il Signore dei Pozzi quindi vigila su di esse, fotografandole, prendendone le misure e annotando ogni suo ritrovamento su un taccuino.


Giuseppe Fossali è piuttosto conosciuto in città per la sua passione che lo spinge ad esplorare Venezia come pochi. Mentre gli altri si limitano a camminare per le strade, egli si addentra all'interno delle abitazioni (sempre e comunque chiedendo il permesso) ed ha così l'opportunità di scoprire ogni giorno qualche meraviglia nascosta della città. Giuseppe Fossali non si avvale di moderne tecnologie per scovare le vere da pozzo, preferisce ottenere informazioni da collaboratori quali i netturbini o i postini che lo aiutano a scovare nuove "prede". Lo possiamo anche chiamare un "cacciatore" di vere da pozzo perchè grazie al suo fiuto e alla sua pluriennale esperienza egli riesce a trovarne sempre. Giuseppe Fossali è un esperto anche sull'uso dell'acqua a Venezia prima che in città arrivasse l'acquedotto comunale. Ecco di seguito solo alcune sue informazioni. I pozzi pubblici in città avevano un coperchio che rimaneva chiuso da una serratura. L'acqua poteva essere prelevata solo per un'ora alla mattina ed una alla sera. I responsabili delle vere da pozzo a Venezia erano i "Gastaldi" che rimanevano in carica a vita. Chi dispensava l'acqua dai pozzi era solitamente un prete, detto "piovano" perchè in effetti forniva acqua piovana. La corporazione degli "acquaioli" poteva vendere l'acqua per le strade di Venezia o consegnare acqua all'interno delle abitazioni, ma aveva l'obbligo di rifornire i pozzi della città con cento barche piene d'acqua all'anno (proveniente dal fiume Sile o dal Brenta).


Al termine della mattinata trascorsa insieme, Giuseppe Fossali mi ha detto: "Scrivilo sul tuo blog, la cosa più importante non è il ritrovamento di un'altra vera di pozzo, ma la possibilità di incontrare persone cordiali che mi fanno entrare nelle loro case senza conoscermi, e di poter parlare con loro." Ringrazio Giuseppe Fossali, lo saluto e penso a quanta caparbietà mette questa persona nella sua continua ricerca di questi piccoli tesori che la città nasconde, tentando come può di preservarli. Si, ora sono sicuro, anche i veneziani di qualche secolo fa lo avrebbero chiamato "il Signore dei Pozzi".





giovedì 25 marzo 2010

L'Altra Venezia


L'altra Venezia è quella lontana dai posti frequentati normalmente dai turisti, alcuni la chiamano Venezia minore. Ma è proprio nell'altra Venezia che si possono scoprire posti incantevoli della città. "L'altra Venezia" è anche un servizio che propone Walter Fano, un fedele lettore di questo blog. Egli si offre infatti nell'accompagnare piccoli gruppi di appassionati di Venezia lungo alcuni percorsi (sono ben 12 e toccano tutti i sestieri della città) appositamente studiati da lui. Walter sarà più di una guida per il suo gruppo, dando consigli su dove andare a mangiare bene spendendo il giusto, ma anche raccontando aneddoti e curiosità lungo il percorso scelto. In questo possiamo paragonare Walter al "còdega". Il còdega era una figura tipica di Venezia prima che esistesse l'illuminazione pubblica. Egli si offriva dietro ricompensa per accompagnare i viandanti a destinazione, precedendoli con una lanterna, senza che essi corressero rischi. Ora i rischi sono diversi e senza una valida guida si può anche non cogliere la magia racchiusa nell'esperienza di una prima visita a Venezia. Talvolta è bello perdersi tra le calli e i campielli della città mentre in altre occasioni i visitatori sentono il bisogno di avere qualcuno accanto a loro che li possa condurre per itinerari incantevoli e alternativi, ascoltando preziose informazioni su quello che si ammira lungo il percorso. "L'altra Venezia" offre questo e molto altro ancora a coloro che vogliono scoprire la città da un punto di vista diverso, soprattutto se essi siano visitatori al primo soggiorno a Venezia. Consiglio quindi di visitare il sito di Walter Fano che si chiama appunto "L'altra Venezia" per vedere i servizi che egli propone, dall'alto della sua esperienza come veneziano, dei suoi studi e della sua professionalità. Da parte mia faccio i migliori auguri a Walter per la sua attività e auspico che la sua passione per Venezia possa dargli tante soddisfazioni. Naturalmente credo che Walter sarà contento di rispondere di persona ai commenti e ad eventuali domande su "L'altra Venezia".

mercoledì 24 marzo 2010

Palazzo Zenobio


Palazzo Zenobio si trova a Venezia nel sestiere di Dorso Duro, lungo la Fondamenta del Soccorso. Palazzo Zenobio fu terminato intorno al 1690 in stile barocco su progetto di Antonio Gaspari. Gli Zenobio erano una ricca famiglia di mercanti di origine greca, trasferitasi poi a Verona ed infine a Venezia, dove ottennero il patriziato nel 1647. Gli Zenobio vollero mostrare la loro grandezza facendo costruire questo notevole palazzo, tuttora tra i più grandi della città, con una inusuale (per Venezia) pianta a "U" ed un ampio giardino. Il luogo più importante di Palazzo Zenobio è senza dubbio la Sala da Ballo, detta anche Sala degli Specchi, poichè lungo i suoi lati stretti sono posizionati due enormi specchi che si riflettono a vicenda, creando un sorprendente effetto "infinito". La Sala da Ballo fu affrescata magistralmente dal pittore francese Louis Dorigny, sembra con l'aiuto di un giovane Giambattista Tiepolo. Sul soffitto della Sala da Ballo è rappresentata la "Gloria della Famiglia Zenobio". I notevoli stucchi che decorano questo splendido luogo vennero eseguiti da Abbondio Stazio. Il celebre vedutista Luca Carlevarijs era grande amico degli Zenobio che gli commissionarono molte tele, alcune delle quali sono ancora presenti all'interno del palazzo. La famiglia Zenobio quindi si estinse ed il palazzo divenne proprietà (nel 1850) dell'Ordine Armeno Mekitarista, lo stesso che possiede l'Isola di San Lazzaro degli Armeni. Per decenni e fino a qualche anno fa Palazzo Zenobio è stato sede del collegio armeno Moorat Raphael. Attualmente parte di Palazzo Zenobio viene adibita come foresteria mentre nei periodi della Biennale di Venezia il piano terra diviene spazio espositivo per alcune nazioni. La Sala da Ballo viene usata per cerimonie, matrimoni e per le esclusive feste in maschera durante il Carnevale di Venezia. Allora la Sala da Ballo diviene l'unica della città ad essere illuminata da candele, come succedeva nel '700, evitando di usare la luce artificiale. Si può ben dire che queste feste possano competere per celebrità e lusso con quelle che si danno a Palazzo Pisani Moretta. Altri saloni di Palazzo Zenobio vengono adibiti come spazi congressuali ma utilizzati anche per feste di laurea. Palazzo Zenobio si trova non lontano da Campo Santa Margherita. La fermata del vaporetto più vicina per arrivare a Palazzo Zenobio è "S. Basilio" (linea 2). In un prossimo post parlerò del giardino di Palazzo Zenobio.









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